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sabato 7 marzo 2020

LUNIGIANA: Passo del Lagastrello


Il Passo del Lagastrello si trova al confine tra l'Emilia Romagna e la Toscana, a quasi 2000 m di altitudine (1198 per l'esattezza, in provincia di Massa Carrara. Lo abbimo raggiunto proprio il giorno in cui è scattato il LOCKDOWN per la PANDEMIA di COVID-19 😷😷😷: questa gita rappresenta il nostro ultimo ricordo della vita che c'era prima, senza mascherine, con tanti baci e abbracci...
Lo abbiamo raggiunto salendo per la strada che parte da Licciana Nardi, più esattamente Monti di Licciana, poco sopra alla città di Aulla. Poco distante dal passo si trovano Prato Spilla e il Lago Paduli (artificiale creato nel 1900), da cui nasce l'Enza. Il Passo unisce tre province attraverso il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano: Massa Carrara, Reggio Emilia e Parma.


Il Monte che sovrasta il passo si chiama Monte Malpasso, ad indicare un accesso difficile al valico, attraversato in epoca romana dalla "strada delle cento miglia" (citata nel Itinerarium Antonini), che collegava Parma e Luni. Questa strada fu di grande importanza anche in epoca longobarda, essendo per decenni l'unica via sicura tra la pianura padana e la Toscana.

Devo ammettere che il tragitto in auto è stata una vera avventura! Una strada con curve incredibilmente tortuose e insidiose. 🚙🚙🚙


La gita è stata una 2 ore tra me e Giacomo ed è stata una bella occasione per stare insieme all'aria aperta. Faceva molto freddo e il cielo era limpido, di un blu spettacolare.


Arrivati al passo, ci siamo addentrti nel bosco e abbiamo anche camminato nella neve.
L’interesse storico del passo era già spiccato fin dal decimo secolo, perché accoglieva sul suo percorso l’antica Abbazia di Linari, curata dai Cavalieri dell’Altopascio. Ad oggi rimangono alcuni resti verso la provincia di Massa lungo il Passo Lagastrello.
La perdita di interesse a scopo di passaggio commerciale, a favore del passo della Cisa, realizzato nel Sesto Secolo, ha aumentato in realtà l’interesse paesaggistico sul Passo Lagastrello, in quanto meno trafficato e più godibile.


Non abbiamo incontrato nessuno. Un luogo ideale per trascorrere una giornata lontano dalle folle... di questi tempi direi IL luogo ideale!

La felicità di Giacomo che ha toccato la NEVE! ⛄⛄⛄

 
La LUNIGIANA trae il suo nome dalla città di LUNI (Vedi link: ) fondata dai romani nel 177 a.C.) alla foce del fiume MAgra e si identifica oggi nella vallata di questo fiume e in quelle dei suoi affluenti, mentre i confini storici sono molto più ampi. La "LUNIGIANA STORICA" nel 1000 si estendeva nelle province di LA SPezia, e Massa Carrara fino ad Albareto in provincia di PArma r all'Alta Garfagnana in provincia di Lucca. 

Sull'origine del nome Lunigiana sono state fatte diverse ipotesi: questo toponimo sarebbe stato tratto dalla forma a falce di Luna del porto fluviale di Luni e si trova nei documenti scritti a partire dal XIII secolo "in provincia Lunisanae".





GOLOSITA' 🍕🍕🍕🍻🍻🍻

LA LUNIGIANA è LA PATRIA DEI PANIGACCI (O TESTAROLI), in particolare A PODENZANA:

Il panigaccio o panigazzo (in ligure: panigàssu) è un tipo di pane rotondo, non lievitato, cotto in uno speciale piatto di terracotta e mica, chiamato TESTO, arroventato a fuoco vivo in un falò o in un forno a legna. Una pastella di FARINA, ACQUA E SALE si frappone tra un testo e l'altro, sino a formare una pila. La consistenza finale è croccante.

Si possono gustare con SALUMI, formaggi molli come lo stracchino e il gorgonzola, o con vari sughi (IN QUESTO CASO SONO CALDI E BOLLITI), da quello di funghi al pesto. In alcuni ristoranti della Lunigiana esiste la variante "dolce": si servono a fine pasto con della cioccolata da spalmare. 

Vedi RICETTA DEI PANIGACCI

 Panigacci.JPG

venerdì 6 marzo 2020

LICCIANA NARDI: il Borgo Antico


Slideshow del paese. Questa gita l'abbiamo fatta di ritorno dal Passo del Lagastrello. Licciana Nardi é un borgo antichissimo situato proprio ai piedi del Passo dalla parte opposta alla nostra. 



La prima notizia documentata di Licciana è del 1255, ma la sua esistenza come posto di guardia per l’abbazia di Linari è sicuramente antecedente. È un tipico esempio di borgo sviluppatosi nel fondovalle con funzioni di sbarramento militare. Della fortificazione del paese si occuparono i Malaspina succeduti ai Maregnano. Nel 1535 Licciana, per privilegio imperiale, appare unica signoria del marchesato di Villafranca. Sulla piazza principale si affaccia il castello, trasformato nei secoli XV e XVI in palazzo fortificato e sede residenziale, oggi si presenta come un palazzo signorile di foggia cinquecentesca, collegato con un passaggio sopraelevato al matroneo della chiesa.  


Camminare per le viuzze strette del borgo deserto é stato come viaggiare nel tempo. 


Il territorio di Licciana é un perfetto esempio di reticolo fortificato che rientrava nella politica di Malaspina, tesa al controllo di un tratto importante qual era, nel medioevo, la valle del TAVERONE. Esempio URBANISTICO fortunatissimo per gli amanti delle ambientazioni storiche. 


Permette di ammirare un sistema omogeneo di castelli, case, torri, pievi, borghi fortificati, antichi casali rurali. I Castelli di Monti e Bastia, il Palazzo di Obizzo Malaspina a Licciana, sono solo alcuni tra gli splendidi esempi di stile medievale che si possono ammirare visitando il territorio di Licciana Nardi. 





Passando sotto questo arco siamo sbucato in una zona meravigliosa che si affaccia e si inerpica lungo il torrente Taverone con ponticelli, scalette e vie in saliscendi in pietra. Tutta un'altra epoca! 

 
Passando per la strada che dalla piazzetta di Pontebosio si inoltra nella campagna, sale e arriva proprio sopra Licciana: da lì si può ammirare la parte meno nota del paese, quella che dà proprio sul fiume che scorre in una gola profonda e suggestiva. La prima notizia documentata di Licciana è del 1255, ma la sua esistenza come posto di guardia per l'abbazia di Linari è sicuramente antecedente. E' un tipico esempio di borgo sviluppatosi nel fondovalle con funzioni di sbarramento militare. Della fortificazione del paese si occuparono i Malaspina, succeduti ai Maregnano. 

 
Nel 1535 Licciana, per privilegio imperiale, appare unica signoria del marchesato di Villafranca. Sulla piazza principale si affaccia il castello, trasformato nei secoli XV e XVI in palazzo fortificato e sede residenziale, oggi si presenta come un palazzo signorile di foggia cinquecentesca, collegato con un passaggio sopraelevato al matroneo della chiesa. 

 
Il sistema delle antiche fortificazioni di Licciana comprendeva la rocca e un ampio giro di mura bastionate e turrite, ancora in parte superstiti, e un fortilizio sull'opposta sponda del Taverone, chiamato castello di Piano, interessante esempio di architettura militare. Il borgo che risale al XIII secolo presenta portali in arenaria di buona fattura e sfocia nella piazza del Municipio dove si trova il monumento ossario di Anacarsi Nardi. Di fronte la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Giacomo e Cristoforo che fu distrutta dal marchese Giacomo Malaspina. La ricostruzione terminata nel 1705 presenta una pianta a croce greca al cui centro si eleva la cupola. All'interno sono conservate preziose tele provenienti dal Convento della SS. Annunziata, che fu costruito in una selva di castagni poco distante nel XIV secolo ed è in rovina dal 1797 quando i frati furono cacciati. Appena arrivati in paese, sulla sinistra si presenta la strada che porta alle frazioni di Salano, Panicale e Villa di Panicale.  
 









domenica 5 gennaio 2020

AULLA: un pomeriggio da pellegrini


Aulla, in provincia di Massa-Carrara, è in assoluto uno dei più antichi luoghi di ospitalità e prrghiera sorti sulla via Francigena. Si trova in Lunigiana.  Quando tra il 990 e il 994 giunse qui Sigerico, arcivescovo di Canterbury, la sua Abbazia, l'ABBAZIA DI SAN CAPRASIO, già ospitava le reliquie del santo divenuto Santo Patrono della città, ora esposte sotto all'altare della Chiesa.



Esse furono portate qui dalla Provenza tra l'885 e il 896 da Adalberto II di Toscana. Dal 2001 scavi archeologici e restauri hanno interessato la chiesa e dopo l'alluvione del 2011 è stato rimesso tutto a posto con cura e oggi sorge qui un interessante piccolo Museo, che abbiamo visitato oggi pomeriggio. L'impianto della Chiesa è ancora quello dell'anno 1000. I resti della precedente chiesa del IX secolo sono visibili al di sotto del fonte battesimale ad immersione, di forma circolare e con gradini di accesso alla vasca, della quale è conservato il fondo in cocciopesto. Il fonte battesimale è del XI-XII sec. 


Gli scavi archeologici in san Caprasio hanno confermato la tradizione popolare della presenza della tomba del Santo: all'interno di una monumentale tomba, sigillata tra il 1000 ed il 1050, contenente un reliquiario in stucco con le reliquie. Tutta l'area presbiteriale è stata scavata ed è visitabile: oltre alla monumentale tomba del Santo sono visibili i resti di una chiesa del VII secolo, di probabile fondazione colombaniana ai tempi dell'abate lerinese Attala successore di san Colombano, nell'Abbazia di Bobbio: vedi Nostra gita a Bobbio.


"San Caprasio fu la principale guida spirituale di Sant'Onorato di Arles. Rinunciò a grandi prospettive mondane, preferendo andare a vivere da eremita presso la celebre isola di Lérins, al largo della Costa Azzurra. La si era recato anche Onorato con suo fratello Venanzio, due giovani desiderosi di averlo come maestro. Quando i due fratelli meditarono di trasferirsi in Oriente, anche Caprasio li seguì per condividere tale esperienza. Il viaggiò li obbligò a privarsi di molte cose ed a condurre una vita molto dura, tanto che la loro salute divenne cagionevole enon appena giunti in Grecia Venanzio morì. I due superstiti fecero allora ritorno in Gallia e per qualche tempo si rifugiarono tra le montagne attorno al Fréjus, optando poi per trasferirsi nuovamente a Lérins al fine di imitare l'austera vita dei padri del deserto. Ben presto altri seguaci si unirono a loro, desiderosi di seguire i medesimi ideali, e si rese così necessario ispirarsi alla regola di San Pacomio per formare un'ampia comunità come quella di Tabennesi in Egitto, dove un gran numero di piccole case religiose erano sottoposte ad una regola comune e ad un unico superiore.
Sembra storicamente accertato che Caprasio non divenne mai ufficialmente superiore della comunità monastica, forse perché troppo avanti negli anni o piuttosto perché Onorato possedeva un maggior carisma di amministratore, ma è comunque comunemente considerato fondatore e primo abate di Lérins, in quanto guida spirituale di Onorato e così di tutto il complesso monastico.
Nella “laudatio” che Sant'Ilario di Arles compose dopo la sua morte, che costituisce la nostra principale fonte di informazioni sul suo conto, Caprasio è lodato per la sua grande fama di santità. Sant'Ilario stesso fu monaco a Lérins, per poi succedere ad Onorato sulla cattedra episcopale di Arles.
L'influenza che Lérins esercitò in seguito attraverso la Gallia e la Chiesa celtica in Irlanda e Britannia fu dovuta principalmente all'esempio della sua prima guida spirituale, San Caprasio, la cui opera si percepisce ancora oggi sull'isola mediterranea che ancora è sede di un fiorente monastero. Anche il nuovo Martyrologium Romanum, nel commemorarlo al 1° giugno, ne riconosce la paternità di questa grande opera." (Fabio Arduino)


A fianco della Chiesa, sorge un interessante piccolo Museo in cui ci si può immergere nella vita dei monaci pelegrini. L'ABATE:


 Il MONACO:


RESTI DELLA CASSETTA CHE CONTENEVA LE RELIQUIE DI SAN CAPRASIO
 

PUNTALE IN BRONZO DEL BASTONE DI UN PELLEGRINO DEL X SECOLO.

  
LABIRINTO DI PONTREMOLI (COPIA):l'originale è a Pontremoli nella Chiesa di San Pietro. Il Mito del Minotauro, Teseo ed Arianna diventa nel Medioevo tema di riflessione sulla condizione umana. Sull'eterna lotta tra bene e male. Al centro una croce simbolo di salvezza. Il labirinto cristiano è caratterizzato non da 7 ma da 11 circonvoluzioni a simboleggiare il peccato, tra il 10 dei Comandamenti e il 12 degli Apostoli. SIC CURRITE UT COMPRHNDATIS, invito a cogliere l'attimo fuggente mediante la fede. I pellegrini pregando seguivano con un dito il percorso del labirinto e portavano a termine un percorso di speranza e fede.
 

FRAMMENTO DI EPOCA ROMANA: 


 RELIQUIE DI SAN SEVERO. Arrivo delle reliquie di San Severo Martire, avvenuto nel settembre del 1665 per volontà del marchese Cosimo Centurione, signore della città. San Severo, oggi quasi dimenticato e ricordato soprattutto per la fiera che si svolge in centro, fu per secoli oggetto di forte devozione e grandi festeggiamenti con solenne processione, scoppio di mortaretti. Fino agli inizi del 1800 era conservata memoria del miracolo avvenuto, nel novembre del 1665, in Genova nel grande palazzo dei Centurione , dove, implorato il Santo, guarì improvvisamente la piccola Maria Marta, unica figlia del marchese ritenuta in condizioni disperate da tre medici.
 

CROCE IN ARGENTO: croce stile, cioè sorretta da un'asta. destinata alle processioni o ad essere collocata a lato dell'altare.  Eseguita da una bottega genovese da un orafo di prestigio. Rilievi dei 4 evangelisti con relativi simboli. 



 CAPITELLO DI OBERTO FERLENDI DEL XIII SECOLO: