Lido di Savio è una località della Riviera Adriatica, in provincia di Ravenna e non lontano da questa magnifica città che abbiamo visitato in modo approfondito: Leggi Ravenna. il nostro tour
E' una valida alternativa per chi vuole la Riviera Adriatica ma non ama la folla di Milano Marittima, preferisce tenersi un po' più a Nord rispetto a Rimini/Riccione e, soprattutto, cerca un prezzo migliore. Infatti, Lido di Savio è tra Lido di Classe (a Nord) e Milano Marittima (a Sud) e siamo stati a piedi in entrambe le località. Per il pernottamento abbiamo scelto il mese di settembre (meno folla e meno caldo) settembre e un B&B davvero economico a un passo dal mare. Ce ne sono tantissimi. Il paese prende il nome dal fiume Savio, che passa poco distante dal centro abitato e offre così occasione di passeggiare in un ambiente misto tra mare e foce del fiume, che è sempre suggestivo e ricco di tradizioni antiche di pesca e natura.
La spiaggia, in settembre, offre una distesa di sabbia finissima e la possibilità di stare in spiaggia con o senza ombrellone. Abbiamo trovato l'acqua limpida e fresca. Ideale per ricaricarsi prima dell'inizio del nuovo anno scolastico alle porte.
Abbiamo fatto molte passeggiate lungomare, in particolare abbiamo un giorno raggiunto Milano Marittima:
Milano Marittima, oltre che per i divertimenti e lo shopping, è famosa per la sua bellissima Pineta, all'interno della quale si trova anche un "PERCORSO VITA" attrezzato, che abbiamo sfruttato per una giornata all'insegna del fitness!
Niente di più divertente che provare tutti i macchinari da ginnastica: ma attenzione! fatelo con consapevolezza perché ci si può fare male.
Anche la nostra Joe, si è messa alla prova con tutte le stazioni!
Ma la cosa più interessante del nostro breve soggiorno al Lido di Savio sono stati i Capanni dei Pescatori, che potete vedere passeggiando verso Lido di Classe.
"I capanni, piccole abitazioni in precario, con le loro grandi reti che si levano
sugli specchi d’acqua delle zone umide, sono diventati a pieno titolo una parte
del nostro patrimonio culturale regionale e ne caratterizzano il paesaggio da
molti secoli. Tuttavia questa tradizione socio-economica popolare è stata a lungo dimenticata, perché considerata minore;" da: Leggi qui
"Il capanno da pesca è un prodotto povero: l’utilizzo dei materiali, le tecniche costruttive, il luogo dove veniva localizzato dimostra che era usato per la sussistenza in particolare della popolazione che viveva soprattutto nelle terre umide. Ieri e anche oggi la ricchezza è determinata dal rapporto con la natura, dalle relazioni umane, dalla passione per la pesca, dalla enogastronomia"
"La raccolta dalla rete del pescato può avvenire direttamente dalla rete opportunamente attratta verso il pescatore, oppure con l’ausilio di un retino di raccolta.
Probabilmente l’uso della bilancella di ampie dimensioni, unito all’esperienza
delle strutture di pesca a sbarramento, ha portato all’ideazione del cosiddetto bilancione (o padellone, o bilancia grande o altalena). Il bilancione è un sistema
formato da una rete armata su supporti fissi. Essa viene calata e salpata con
cime ed argani che fanno capo a comandi meccanici o manuali posti all’interno
di un capanno da pesca. Di solito si utilizza una rete quadrangolare..."
"I capanni da pesca con le loro grandi reti che si levano sopra gli
specchi d’acqua sono diventati un simbolo del paesaggio delle valli, dei canali e dei porti della costa emiliano-romagnola, una zona
geomorfologicamente molto giovane e in continuo cambiamento a
causa dell’azione della natura e dell’uomo.
L’ambiente in cui i bilancioni sono immersi è ciò che, dopo il desiderio di socialità, motiva i frequentatori dei capanni dei nostri giorni, ancor prima della pesca che in questi luoghi viene svolta quasi
esclusivamente per diletto."
La camminata alla scoperta dei capanni è stato il fiore all'occhiello del nostro soggiorno in Riviera. E la consigliamo a tutti: camminare fa bene e si respira un'atmosfera d'altri tempi molto particolare.
“Fu dove il ponte di legno
mette a Porto Corsini sul lato alto
e rari uomini, quasi immoniti, affondavano
o salpavano le reti”
E. Montale, Dora Marcus