Post più popolari

Visualizzazione post con etichetta Milano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Milano. Mostra tutti i post

sabato 18 maggio 2019

MILANO: Fondazione Pini, L'Ora dannata di Carlos Amorales s'intreccia a Piano City

Il pianofortre tra le farfalle
INFORMAZIONI:
Fondazione Pini, C.so Garibaldi 2 a Milano (Zona Brera) MM 2 LANZA.

sito: http://www.fondazionepini.net/
Tel: 02 874502 |02 8052211

INGRESSO LIBERO

ORARI: LUN/VEN 10/13 E 15/17

Fino all'8 luglio in  è allestita la mostra "L'ORA DANNATA" di Carlos Amorales, artista messicano che si interessa di linguaggio, immagini e loro varianti. La mostra, incentrata sull'installazione di dimensioni ambientali Black Cloud, comprende 15.000 farfalle di carta nere appiccicate ai muri, sulle porte, sugli specchi con Patafix e Silhouettes e altre opere dell'artista.


Sistemi di comunicazione, movimento, sistemi narrativi, manipolazione della comunicazione. Nella sua pratica confluiscono arte visiva, musica, animazione e poesia, tutte coniugate, con grande rigore formale. E oggi la musica di Piano City 2019 entra in questo universo di farfalle, creando un'atmosfera davvero unica, da non perdere. 


Hanno impiegato 10 giorni, 20 persone a posizionare le 15.000 farfalle così come le vedete oggi. Amorales evoca l'ambiente del suo paese, il Messico, ove tutt'oggi vive e ne denuncia le discrepanze e le tensioni. 


La Fondazione Adolfo Pini, istituzione no profit, casa museo del pittore Renzo Bongiovanni Radice, ha sede nella palazzina storica di fine ottocento in Corso Garibaldi 2. Nelle stanze, che furono dimora e studio del pittore, sono esposte in collezione permanente le sue opere, insieme agli arredi d’epoca. Impegnata nella promozione dell’arte e della cultura, produce mostre temporanee e incontri. Sostiene l’attività di giovani impegnati in tutte le arti, anche attraverso l’erogazione di borse di studio.


Tutte le stanze della Fondazione sono ricche, oltre che di farfalle, di oggetti d'arredo e quadri di immenso valore.


Preziosissimi i soffitti, a cassettoni quello del Salotto, Decorati con stucchi e affreschi gli altri.




Carlos Amorales vive e lavora a Città del Messico. E' nato nel 1970.  Ha studiato ad Amsterdam, in Francia e in USA.
Sito: http://estudioamorales.com/



venerdì 17 maggio 2019

MILANO: Acquario Civico

Giacomo sul terrazzo dell'Acquario
INFORMAZIONI:

centralino tel +39.02.88.44.5392

Siamo raggiungibili con la MM2 fermata Lanza
Con le linee di superficie: 3-4-7-12-14-45-57-61.
Viale G.Gadio n°2

Sito: http://www.acquariocivicomilano.eu/cms/

Il sito è molto ricco di informazioni utili a prepararsi per la visita. Approfondimenti scientifici rigorosi e fotografie.

ORARI:
Da martedì a domenica: 9.00/17.30. Lunedì chiuso.

Biglietto: Intero 5 euro. ridotto 3 euro. Bambini gratis.
Gratis anche il I e il III martedì del mese e la I domenica del emse.



Una Palazzina Liberty accanto al Parco Sempione: l'Acquario civico milanese, progetto di Sebastiano Locati, piccolo gioiello che fa parte dei Musei Civici della città. Unico edificio rimasto tra quelli realizzati per l'Esposizione internazionale del 1906 anche se ricostruito in gran parte nel dopoguerra. Impreziosito da decorazioni art nouveau e maioliche a tema acquario. L'ingresso è sormontato da una statua di Nettuno di Oreste Labò.

Statua di Nettuno
All'ingresso fontana a forma di ippopotamo su una vasca che raccoglie pesci rossi, tra cui uno davvero enorme!
Fontana ippopotamo

Pesci rossi
 All'interno si percorre un anello con vasche e pannelli esplicativi che descrivono l'ambiente e i tipi di pesci che lo popolano.

Giacomo legge le spiegazioni
Si comincia dal Torrente montano, nella zona delle trote, che si adattano a vivere nella corrente, muovendosi anche controcorrente grazie alla sua possente muscolatura.

Trota
 Alcune vetrine espongono conchiglie di diversi tipi e spiegano come la pigmentazione di queste ultime derivi dall'alimentazione dei molluschi che le abitano.

Vetrina con conchiglie
Si passa alla Rana Temporaria, che è incredibilmente mimetizzata e i cui girini popolano le acque sottostanti a centinaia.

Rana Temporaria
Girini
Si passa all'ambiente del Lago, dal Lago Alpino freddo e talvolta ghiacciato, al Lago Lario o Lago di Como. Esso è un lago subalpino di origine fluviale con successivo modellamento glaciale. Ed è il più profondo dei Laghi italiani.  L'incontro successivo è quello con le Carpe, che popolano il tratto di corso d'acqua che arriva alla pianura. 

Carpe
 A fianco gli Storioni, con la loro bocca che setaccia il terreno con una specie di baffetti. Popolano il tratto terminale del fiume che sfocia in mare, ove il fiume scorre molto lentamente.

Storione
Di fronte c'è la vasca dedicata ai pesci tropicali che cambiano la fauna del Mediterraneo provenendo dal Mar Rosso.


Damigella fasciata

 Proseguendo incontriamo l'ambiente della Laguna.



E tra stelle marine, facciamo l'incontro più curioso dell'acquario: vi presento il Granciporro, salvato miracolosamente dalla padella presso un ristorante che lo deteneva illegalmente e consegnato all'Acquario. Esso vive nascosto tra le rocce e... sembra una roccia!

Granciporro
 Bellissime le Meduse quadrifoglio mignon, trasparentissime. Un vero spettacolo. Come tutte le meduse, è costituita per circa il 95% di acqua e fa parte del plancton gelatinoso presente in tutti i mari. È formata da un’ombrella sul cui margine si trovano numerosi piccoli tentacoli cavi. Al centro dell’ombrella c’è una struttura tubolare, detta manubrio, alla cui estremità si apre la bocca, circondata da quattro lunghe braccia. La sua trasparenza lascia intravedere le 4 gonadi dell’apparato riproduttore che insieme ricordano un quadrifoglio.



L'incontro più spaventoso è certamente quello con la Murena...


Si passa poi sotto un'arcata trasparente con razze che volano sopra la testa. Non può che emozionare tutti i piccoli visitatori dell'Acquario.


Mentre l'Aragosta è uno spettacolo della natura con la forma incredibile del suo corpo.


Giacomo e l'Aragosta
Terminato il giro a ferro di cavallo, usciamo per guardare le vasche esterne con le tartarughe e altri enormi pesci rossi. Un bel mosaico decora l'uscita sul retro.


Ecco le tartarughe:


Da veri milanesi la foto con la tipica fontanella d'acqua pubblica della città, la "Vedovella", un ricordo d'infanzia che per fortuna resta sempre. Il nome di Vedovella deriva dal filo d’acqua incessante che sgorga dal loro rubinetto, simile al pianto perenne di una vedova inconsolabile. Invece, il nome Drago-Verde deriva dal loro rubinetto in ottone a forma di drago. Tipica era o è, tra i milanesi, l’usanza di dire: “andiamo a bere al bar del drago verde”! (Tanto è gratis!).


giovedì 16 maggio 2019

MILANO: Antonello da Messina


PALAZZO REALE

Sito di Palazzo Reale

http://www.mostraantonello.it/

Intero € 14
Ridotto € 12
Biglietto Famiglia: 1 o 2 adulti € 10 / ragazzi dai 6 ai 14 anni € 6,00

A Palazzo Reale l’audioguida alla mostra in verisione italiana e inglese è inclusa nel biglietto di ingresso e puoi ritirarla all’apposito desk subito dopo l’acquisto. Peccato che questa olta non è stata prevista la versione per bambini. 


La mostra nasce con l’intento di indagare l’arte di Antonello da Messina con uno sguardo analitico, preciso, capace di mettere a fuoco ogni singolo tratto della sua tecnica senza eguali. Per questo motivo, accanto alle opere di Antonello, saranno esposti i taccuini di Giovan Battista Cavalcaselle, critico che per primo ricostruì il catalogo dell’artista siciliano.

Antonello da Messina è originario della città siciliana. Ivi nacque nel 1430 circa. La sua formazione artistica avvenne con Colantonio, ammirato copista di opere fiamminghe. Fu proprio Antonello a diffondere in Italia la pittura a olio su tavola. A Napoli cominciò a lavorare su temi importanti e poi caratteristici della sua produzione: La Crocifissione e la Madonna e una galleria di ritratti maschili anonimi. A Roma entrò a contatto con la monumentalità dell'arte classica e con la prospettiva di Piero della Francesca e Beato Angelico. 

Sono esposte diciannove opere del grande Maestro, su 35 che ne conta la sua autografia:


Una delle prime opere esposte è la Crocifissione (1460 circa) proveniente dal Museo nazionale Brukenthal di Sibiu in Romania e attribuita ad Antonello, prima da Karl Voll nel 1902 e successivamente da Bernard Berenson nel 1932. La croce sulla quale Cristo è crocifisso si trova al centro del dipinto. Ai suoi lati si osservano i tronchi sui quali sono posti i due ladroni. I loro corpi nudi assumono pose drammaticamente scomposte. A differenza di Gesù le loro mani sono legate in alto. Altre corde stringono le caviglie sulle quali scorrono rivoli di sangue.
Ai piedi della croce di Gesù si trovano i dolenti. A sinistra, Maria Maddalena che si distingue dai capelli rossi e la Madonna. A destra, invece, San Giovanni si rivolge verso Cristo con disperazione mentre le pie donne soffrono per il dramma che si è compiuto. Alla base della croce inoltre vi sono alcuni teschi. Tra le rocce poi spuntano stentati cespugli e qualche piantina. La scena è ambientata all'interno di un paesaggio marino e in basso sono dipinte alcune abitazioni. Infine, verso il fondo l’acqua si insinua tra i promotori che si perdono all'orizzonte.

Dalla National Gallery di Londra giungono a Milano altri due capolavori, il San Girolamo nello studio (1474-1475) in cui si armonizzano ispirazioni classiche e dettagli fiamminghi. Avendolo sempre visto riprodotto, colpiscono le ridotte dimensioni del dipinto. In generale colpisce sempre il formato "mignon" dei quadri. Ecco un buon motivo per andare sempre a vedere dal vivo i dipinti. Nelle riproduzioni si perdono sia le dimensioni reali, sia la fisicità del dipinto: il materiale (in Antonello tavole di diversi tipi di legno, anche particolari come il noce) e la pennellata oltre che la tecnica pittorica e le eventuali cornici originaliaudioquadro


Straordinariamente complesso è l'uso della luce, che proviene, secondo la maniera fiamminga, da più fonti: innanzitutto l'arco centrale, da dove entrano raggi che seguono le direttrici prospettiche e che dirigono lo sguardo dello spettatore su san Girolamo, in particolare verso le sue mani e il libro, dando al santo una particolare imponenza; poi da una serie di aperture sulla parete di sfondo, in particolare due finestre nella metà inferiore, che rischiarano rispettivamente un vano a sinistra e il portico a destra (dove si aggira in controluce il leone amico di Girolamo), e tre bifore poli lobate nella parte superiore, che illuminano le volte. Nonostante la complessità, la luce riesce a produrre un effetto unitario, che lega le diverse parti della tavola, grazie anche alla salda costruzione prospettica. Anche la ricchezza dei dettagli rimanda ai modi fiamminghi, con l'attenta descrizione dei singoli oggetti e del loro "lustro" specifico, cioè del modo in cui ciascuna superficie rifrange la luce.



Annunciata (1475 circa), autentica icona, sintesi dell’arte di Antonello, con lo sguardo e il gesto della Vergine rivolti alla presenza misteriosa che si è manifestata, uno dei più alti capolavori del Quattrocento italiano in grado di sollecitare in ogni spettatore emozioni e sentimenti; La posa è di tre quarti, lo sfondo scuro e la rappresentazione essenziale derivano dai modelli fiamminghi. Tutta la scena si concentra su di lei, perché non c'è l'angelo, come nell'iconografia tradizionale. 


Lo sguardo è molto intenso e rivolto verso il basso. La Madonna è giovane e ha il volto di una ragazzina. Il particolare del leggio è molto curato nel dettaglio, ma le protagoniste del dipinto sono le mani: una pare quasi fermare qualcosa che arriva verso di lei, l'altra chiude il velo. 

  • Con la mano destra allontana l’Arcangelo che è apparso davanti gli occhi di Maria, la quale, spaventata, cerca istintivamente di allontanarlo
  • Con la mano sinistra cerca di difendersi chiudendo il velo, non sapendo che Gabriele ha in serbo per lei un messaggio che le cambierà la vita da: Analisi dell'opera


e le eleganti figure di Sant’Agostino (1472-1473)



- San Girolamo (1472-1473) e
- San Gregorio Magno (1470-1475) forse appartenenti al Polittico dei Dottori della Chiesa, tutti provenienti da Palazzo Abatellis di Palermo;
- ma anche il celeberrimo Ritratto d’uomo (1465-1476) dall’enigmatico sorriso proveniente dalla Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù, utilizzato originariamente come sportello di un mobiletto da farmacia, oggetto di vari restauri e conosciuto nella tradizione locale come “ignoto marinaio”.

Cristo benedicente (1474 circa), ma ricordiamo anche

- il Ritratto di giovane (1474) dal Philadelphia Museum of Art.




L’incantevole Madonna col Bambino (Madonna Benson) (1475 circa) dalla National Gallery di Washington, è stata per molto tempo oggetto di discussione tra gli storici per stabilire la sua attribuzione. L’attribuzione ad Antonello fu ipotizzata nel 1913 dallo studioso Berenson e quindi accolta unanimemente dal resto della criticaDolcissimo il gesto del bimbo che ci guarda con malizia mentre cerca il seno della madre sotto le vesti con la manina. Le due figure, nella volumetria e nella plasticità dei corpi che ricordano le sculture coeve, sono rappresentante in un evidente atteggiamento di legame affettuoso; il Bambino, divertito, gioca con lo scollo dell'abito della Madre. Una scena in cui colpisce l'umanità. Colori particolari che ricordano Bellini. 

- Ritratto di giovane uomo (1478) dal Museo statale di Berlino.


Dagli Uffizi arriva l’importantissimo
- trittico con la Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista - acquistati nel 1996 da Antonio Paolucci, allora Ministro dei Beni Culturali - e il San Benedetto di straordinaria qualità pittorica;




Dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia giunge il ritratto di giovane gentiluomo (a lungo considerato il vero volto dell’artista), già pienamente antonelliano per inquadramento, sfondo, postura e soprattutto attitudine leggermente ironica del personaggio: trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 fu recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri;


Dal Collegio degli Alberoni di Piacenza il celebre Ecce Homo (Cristo alla colonna) (1473-76). Analisi dell'opera VIDEO!

E ancora il Ritratto d’uomo (Michele Vianello?) (1475-1476) dalla Galleria Borghese di Roma;




La composizione della tavola si staglia su un paesaggio ricco di vegetazione e minuziosamente descritto. Si possono addirittura riconoscere particolari come la chiesa sullo sfondo, S. Francesco dell'Immacolata a Messina. Gesù è raffigurato morto, nel momento successivo alla deposizione, seduto (o meglio accasciato) sul sarcofago. I tre angeli mentre sono intenti a sorreggere il peso del corpo del Salvatore si dedicano, con cura, a medicare le ferite inferte durante la crocifissione. 


Il poetico Cristo in pietà sorretto da tre angeli (1474-1476 circa) dal Museo Correr di Venezia,  


Ritratto d’uomo (anche detto Ritratto Trivulzio (1476) dal Museo Civico d’Arte Antica, Palazzo Madama di Torino.





Chiude la parte relativa al grande Maestro, la dolcissima Madonna con il Bambino (1480) dall’Accademia Carrara di Bergamo, opera del figlio Jacobello di Antonello, eseguita l’anno seguente la morte del padre: nella inusuale firma indica, come struggente offerta di devozione filiale, di essere il figlio di “pittore non umano” quindi divino. Jacobello faceva parte della bottega del padre e si fece carico di completare quanto la morte aveva impedito di terminare. 

La Vergine e Gesù Bambino sono in piedi al centro del dipinto oltre un parapetto. Maria stringe con affetto Gesù ed entrambi osservano verso il fedele. La Vergine ha l’aspetto di una giovane del Quattrocento. Infatti, i lunghi capelli castani sono ordinati con una acconciatura molto seria e raffinata. Sulla fronte poi un nastrino con perline stringe i capelli scriminanti nel mezzo. Un velo trasparente e sottile copre i capelli che cadono a ciocche sulle spalle. Maria indossa anche una elegante e sobria veste decorata con un ricamo trasparente e perle. Al di sopra porta un mantello blu scuro.


Il piccolo invece indossa una tunica arancione aperta sul davanti e porta al collo porta un pezzetto di corallo rosso. Con la mano destra inoltre compie un segno di benedizione mentre con la sinistra afferra alcune ciliegie dalla coppa di vetro. È appoggiato al parapetto e siede su un cuscino rosso che pare di velluto. Sulla balaustra, a destra, è apposto un foglietto dipinto. Infine, Maria e Gesù si trovano all’interno di un loggiato al di là del quale si osserva un paesaggio naturale ampio e disteso.

Viene poi dedicata una sezione a ricostruire le vicende della pala di San Cassiano, testo capitale per la storia dell’arte italiana. Mentre consacrata al mito di Antonello nell’Ottocento viene esposta la tela di  Roberto Venturi Giovanni Bellini apprende i segreti della pittura a olio spiando Antonello (1870) dalla Pinacoteca di Brera: la tela, conservata al tribunale di Milano, è stata restaurata in onore dell'esposizione.




Nei ritratti utilizza la posizione a tre quarti tipicamente fiamminga.