PALAZZO REALE
Sito di Palazzo Reale
http://www.mostraantonello.it/
Intero € 14
Ridotto € 12
Biglietto Famiglia: 1 o 2 adulti € 10 / ragazzi dai 6 ai 14 anni €
6,00
A Palazzo Reale l’audioguida alla mostra in verisione italiana e inglese
è inclusa nel biglietto di ingresso e puoi ritirarla all’apposito desk
subito dopo l’acquisto. Peccato che questa olta non è stata prevista la versione per bambini.
La mostra nasce con l’intento di
indagare l’arte di Antonello da Messina con uno sguardo analitico,
preciso, capace di mettere a fuoco ogni singolo tratto della sua tecnica
senza eguali. Per questo motivo, accanto alle opere di Antonello,
saranno esposti i taccuini di Giovan Battista Cavalcaselle, critico che
per primo ricostruì il catalogo dell’artista siciliano.
Antonello da Messina è originario della città siciliana. Ivi nacque nel 1430 circa. La sua formazione artistica avvenne con Colantonio, ammirato copista di opere fiamminghe. Fu proprio Antonello a diffondere in Italia la pittura a olio su tavola. A Napoli cominciò a lavorare su temi importanti e poi caratteristici della sua produzione: La Crocifissione e la Madonna e una galleria di ritratti maschili anonimi. A Roma entrò a contatto con la monumentalità dell'arte classica e con la prospettiva di Piero della Francesca e Beato Angelico.
Sono esposte diciannove opere del grande Maestro, su 35 che ne conta la sua autografia:
Una delle prime opere esposte è la Crocifissione (1460 circa) proveniente dal Museo nazionale Brukenthal di Sibiu in Romania e attribuita ad Antonello, prima da Karl Voll nel 1902 e successivamente da Bernard Berenson nel 1932. La croce sulla quale Cristo è crocifisso si trova al centro del dipinto. Ai suoi lati si osservano i tronchi sui quali sono posti i due ladroni. I loro corpi nudi assumono pose drammaticamente scomposte. A differenza di Gesù le loro mani sono legate in alto. Altre corde stringono le caviglie sulle quali scorrono rivoli di sangue.
Ai piedi della croce di Gesù si trovano i dolenti. A sinistra, Maria Maddalena che si distingue dai capelli rossi e la Madonna. A destra, invece, San Giovanni si rivolge verso Cristo con disperazione mentre le pie donne soffrono per il dramma che si è compiuto. Alla base della croce inoltre vi sono alcuni teschi. Tra le rocce poi spuntano stentati cespugli e qualche piantina. La scena è ambientata all'interno di un paesaggio marino e in basso sono dipinte alcune abitazioni. Infine, verso il fondo l’acqua si insinua tra i promotori che si perdono all'orizzonte.

Dalla National Gallery di Londra giungono a Milano altri due capolavori, il
San Girolamo nello studio (1474-1475) in cui si armonizzano ispirazioni classiche e dettagli fiamminghi. Avendolo sempre visto riprodotto, colpiscono le ridotte dimensioni del dipinto. In generale colpisce sempre il formato "mignon" dei quadri. Ecco un buon motivo per andare sempre a vedere dal vivo i dipinti. Nelle riproduzioni si perdono sia le dimensioni reali, sia la fisicità del dipinto: il materiale (in Antonello tavole di diversi tipi di legno, anche particolari come il noce) e la pennellata oltre che la tecnica pittorica e le eventuali cornici originali
. audioquadro

Straordinariamente complesso è l'uso della luce, che proviene, secondo la maniera fiamminga, da più fonti: innanzitutto l'arco centrale, da dove entrano raggi che seguono le direttrici prospettiche e che dirigono lo sguardo dello spettatore su san Girolamo, in particolare verso le sue mani e il libro, dando al santo una particolare imponenza; poi da una serie di aperture sulla parete di sfondo, in particolare due finestre nella metà inferiore, che rischiarano rispettivamente un vano a sinistra e il portico a destra (dove si aggira in controluce il leone amico di Girolamo), e tre bifore poli lobate nella parte superiore, che illuminano le volte. Nonostante la complessità, la luce riesce a produrre un effetto unitario, che lega le diverse parti della tavola, grazie anche alla salda costruzione prospettica. Anche la ricchezza dei dettagli rimanda ai modi fiamminghi, con l'attenta descrizione dei singoli oggetti e del loro "lustro" specifico, cioè del modo in cui ciascuna superficie rifrange la luce.

Annunciata (1475
circa), autentica icona, sintesi dell’arte di Antonello, con lo sguardo
e il gesto della Vergine rivolti alla presenza misteriosa che si è
manifestata, uno dei più alti capolavori del Quattrocento italiano in
grado di sollecitare in ogni spettatore emozioni e sentimenti; La posa è di tre quarti, lo sfondo scuro e la rappresentazione essenziale derivano dai modelli fiamminghi. Tutta la scena si concentra su di lei, perché non c'è l'angelo, come nell'iconografia tradizionale.
Lo sguardo è molto intenso e rivolto verso il basso. La Madonna è giovane e ha il volto di una ragazzina. Il particolare del leggio è molto curato nel dettaglio, ma le protagoniste del dipinto sono le mani: una pare quasi fermare qualcosa che arriva verso di lei, l'altra chiude il velo.
- Con la mano destra allontana l’Arcangelo che è apparso davanti gli occhi di Maria, la quale, spaventata, cerca istintivamente di allontanarlo
- Con la mano sinistra cerca di difendersi chiudendo il velo, non sapendo che Gabriele ha in serbo per lei un messaggio che le cambierà la vita da: Analisi dell'opera
e le
eleganti figure di
Sant’Agostino (1472-1473)
- San Girolamo (1472-1473) e
- San Gregorio Magno (1470-1475) forse appartenenti al
Polittico dei Dottori della Chiesa, tutti provenienti da Palazzo Abatellis di Palermo;
- ma anche il celeberrimo
Ritratto d’uomo
(1465-1476) dall’enigmatico sorriso proveniente dalla Fondazione
Culturale Mandralisca di Cefalù, utilizzato originariamente come
sportello di un mobiletto da farmacia, oggetto di vari restauri e
conosciuto nella tradizione locale come “ignoto marinaio”.
Cristo benedicente (1474 circa), ma ricordiamo anche
- il
Ritratto di giovane (1474) dal Philadelphia Museum of Art.
L’incantevole Madonna col Bambino (Madonna Benson) (1475 circa) dalla National Gallery di Washington, è stata per molto tempo oggetto di discussione tra gli storici per stabilire la sua attribuzione. L’attribuzione ad Antonello fu ipotizzata nel 1913 dallo studioso Berenson e quindi accolta unanimemente dal resto della critica. Dolcissimo il gesto del bimbo che ci guarda con malizia mentre cerca il seno della madre sotto le vesti con la manina. Le due figure, nella volumetria e nella plasticità dei corpi che ricordano le sculture coeve, sono rappresentante in un evidente atteggiamento di legame affettuoso; il Bambino, divertito, gioca con lo scollo dell'abito della Madre. Una scena in cui colpisce l'umanità. Colori particolari che ricordano Bellini.
- Ritratto di giovane uomo (1478) dal Museo statale di Berlino.
Dagli Uffizi arriva l’importantissimo
- trittico con la
Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista - acquistati nel 1996 da Antonio Paolucci, allora Ministro dei Beni Culturali -
e il San Benedetto di straordinaria qualità pittorica;
Dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia giunge il ritratto di giovane gentiluomo
(a lungo considerato il vero volto dell’artista), già pienamente
antonelliano per inquadramento, sfondo, postura e soprattutto attitudine
leggermente ironica del personaggio: trafugato dal museo nella notte
fra il 10 e l’11 maggio 1970 fu recuperato sette anni dopo dal nucleo di
Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri;
Dal Collegio
degli Alberoni di Piacenza il celebre
Ecce Homo (Cristo alla colonna) (1473-76).
Analisi dell'opera VIDEO!
E ancora il
Ritratto d’uomo (Michele Vianello?) (1475-1476) dalla Galleria Borghese di Roma;
La composizione della tavola si staglia su un paesaggio ricco di vegetazione e minuziosamente descritto. Si possono addirittura riconoscere particolari come la chiesa sullo sfondo, S. Francesco dell'Immacolata a Messina. Gesù è raffigurato morto, nel momento successivo alla deposizione, seduto (o meglio accasciato) sul sarcofago. I tre angeli mentre sono intenti a sorreggere il peso del corpo del Salvatore si dedicano, con cura, a medicare le ferite inferte durante la crocifissione.
Il poetico
Cristo in pietà sorretto da tre angeli (1474-1476 circa) dal Museo Correr di Venezia,
Ritratto d’uomo (anche detto Ritratto Trivulzio (1476) dal Museo Civico d’Arte Antica, Palazzo Madama di Torino.
Chiude la parte relativa al grande Maestro, la dolcissima Madonna con il Bambino (1480) dall’Accademia Carrara di Bergamo, opera del figlio Jacobello di Antonello,
eseguita l’anno seguente la morte del padre: nella inusuale firma
indica, come struggente offerta di devozione filiale, di essere il
figlio di “pittore non umano” quindi divino. Jacobello faceva parte
della bottega del padre e si fece carico di completare quanto la morte
aveva impedito di terminare.
La Vergine e Gesù Bambino sono in piedi al centro del dipinto oltre un parapetto. Maria stringe con affetto Gesù ed entrambi osservano verso il fedele. La Vergine ha l’aspetto di una giovane del Quattrocento. Infatti, i lunghi capelli castani sono ordinati con una acconciatura molto seria e raffinata. Sulla fronte poi un nastrino con perline stringe i capelli scriminanti nel mezzo. Un velo trasparente e sottile copre i capelli che cadono a ciocche sulle spalle. Maria indossa anche una elegante e sobria veste decorata con un ricamo trasparente e perle. Al di sopra porta un mantello blu scuro.

Il piccolo invece indossa una tunica arancione aperta sul davanti e porta al collo porta un pezzetto di corallo rosso. Con la mano destra inoltre compie un segno di benedizione mentre con la sinistra afferra alcune ciliegie dalla coppa di vetro. È appoggiato al parapetto e siede su un cuscino rosso che pare di velluto. Sulla balaustra, a destra, è apposto un foglietto dipinto. Infine, Maria e Gesù si trovano all’interno di un loggiato al di là del quale si osserva un paesaggio naturale ampio e disteso.
Viene poi dedicata una sezione a ricostruire le vicende della pala di
San Cassiano, testo capitale per la storia dell’arte italiana. Mentre
consacrata al mito di Antonello nell’Ottocento viene esposta la tela di
Roberto Venturi Giovanni Bellini apprende i segreti della pittura a olio spiando Antonello (1870) dalla Pinacoteca di Brera: la tela, conservata al tribunale di Milano, è stata restaurata in onore dell'esposizione.
Nei ritratti utilizza la posizione a tre quarti tipicamente fiamminga.