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mercoledì 3 febbraio 2016

BUSSETO (PR) e dintorni, DIOLO e la sua chiesa gotica

Antonio e Giacomo dentro il Teatro Verdi di Busseto
Dopo essere stati a Roncole Verdi sarebbe stato sciocco non fare quei 5 km che Verdi percorreva ogni giorno a piedi per andare a studiare a Busseto. Altra tappa verdiana d'obblico che spero possa essere coronata da un Rigoletto in primavera... chissà! Abbiamo parcheggiato davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Giuseppe Verdi frequentava questa Chiesa fin da fanciullo e il 6 gennaio 1836, nel clima acceso delle polemiche per il concorso a maestro di Cappella della Collegiata, vi tenne un seguitissimo concerto d’organo.


Davanti alla chiesa c'è un bellissimo cigno bianco riempito di sabbia, in ricordo di Giuseppe Verdi, soprannominato "il Cigno di Busseto".



L'interno della Chiesa
 A pochi passi dal complesso di Santa Maria degli Angeli, circondata da una peschiera quadrata e preceduta da un seicentesco padiglione d’accesso tripartito, si erge la superba Villa Pallavicino, anticamente denominata “Boffalora” e popolarmente Palazzo dei Marchesi. La Villa è oggi sede del Museo Nazionale G. Verdi, che noi però scegliamo di non visitare, preferendo un ingresso al Teatro e una passeggiata per le vie di Busseto. Ma andiamo comunque a vedere la bellissima Villa che è tra le più splendide del Parmense.

Giacomo un po' stanco verso la Villa
Il sito del Museo, per chi fosse interessato: http://www.museogiuseppeverdi.it/
La peschiera intorno alla Villa

Ingresso del Museo (a sinistra il Museo Renata Tebaldi)
Il 07 giugno 2014 è stato inaugurato, all’interno delle antiche Scuderie di Villa Pallavicino, il Museo “Renata Tebaldi”, sede di un affascinante percorso sul patrimonio del melodramma italiano.
Il museo è stato voluto dal Comitato Renata Tebaldi di Milano, che per il bicentenario verdiano ha iniziato una proficua collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Busseto. Sito: http://www.museorenatatebaldi.it/


Per le vie di Busseto
A Verdi è dedicata l'elegante piazza del paese, di aspetto Quattrocentesco. Al centro campeggia il monumento dedicato a Verdi, realizzato da Luigi Secchi nel 1913. Dietro, la torre duecentesca sede del comune e  a fianco, l'ingresso del Teatro Verdi, voluto dai bussetani ma snobbato dal compositore che, pur finanziandone in parte la costruzione, lo ritenne inutile e non vi mise mai piede. Il 15 agosto 1868 fu inaugurato e apre che tutte le donne vestissero di verde e gli uomini avessero la cravatta verde. . 

Il monumento a Verdi

Antonio davanti al monumento a Verdi
Il teatro è ubicato nella Rocca (già Castello dei Pallavicino), di fondazione duecentesca ampiamente rimaneggiata, che si presenta oggi nell’aspetto che le fu dato nella seconda metà dell’Ottocento.
In precedenza era esistito un altro teatro, proprio nel medesimo luogo. Verdi vi si era esibito in gioventù, dirigendo una sinfonia per il Barbiere di Siviglia di Rossini.
L’idea di costruire un nuovo teatro era circolata in paese già nel 1845 ma il progetto fu accantonato finché il Comune acquistò la Rocca, nel 1856.
La costruzione avvenne negli anni compresi tra il 1856 e il 1868, nonostante il parere contrario del Maestro. Egli era in contrasto con i bussetani per la loro invadenza nella sua sfera privata e perché riteneva il nuovo teatro “di troppa spesa e inutile nell’avvenire”.

Antonio verso l'ingresso del teatro
Siamo entrati a visitare il teatro, nella speranza di riuscire a entrare anche per ascoltare un'opera... magari proprio il Rigoletto questa primavera!


L'effetto quando si entra è meraviglioso perchè la sala è piccolissima! Una bomboniera. Un mini teatro. Deve essere bellissimo assistere lì dentro ad una rappresentazione. Pensare che Stefano ci ha suonato tantissime volte! Beato lui! Antonio rimane affascinato e desideroso di ascoltare musica in quella sala.

Il soffitto del teatro

Il palcoscenico

Soffitto del foyer al I piano
Pieni di buoni propositi per i nostri prossimi viaggi musicali, usciamo sulla piazza. Uno sguardo veloce a Casa Barezzi, ove abitava Antonio, ricco droghiere musicofilo, suocero e primo mecenate di Verdi, al quale Verdi fu eternamente riconoscente. Nel salone al I piano di questa casa, Verdi fanciullo tenne il primo concerto pubblico al pianoforte all'età di 17 anni, prima di essere clamorosamente bocciato all'esame di ammissione al Conservatorio di Milano (che oggi porta forse ingiustamente il suo nome!) a causa di errate diteggiature e superamento dell'età massima (aveva 18 anni). 

Casa Barezzi
Gli studi milanesi furono sostenuti da una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto, anticipata ed integrata da Barezzi, cui Giuseppe Verdi serbò sempre infinita gratitudine, come traspare da numerosi suoi scritti.In questa casa, così vuole la tradizione, Verdi accompagnò con le note di Va' Pensiero il trapasso del vecchio Barezzi morente nella camera accanto.
Lapide in ricordo di Barezzi e sua attività di mecenate
E ora... dove si va a mangiare? E' stato un tour alla caccia di un tavolo libero che ci ha portato a fare un viaggio nel viaggio molto interessante, che alla fine ci ha portato a DIOLO, in un'Osteria molto buona, a gestione familiare: l'OSTERIA ARDENGA. Ma prima siamo entrati nella famosa e suggestiva SALSAMENTERIA STORICA BARATTA, che vale la pena anche solo vedere: guardate le foto dell'interno. Quanta storia! Sito: http://www.salsamenteriabaratta.it/





Dopo aver tentato in altre due Trattorie, abbiamo finalmente trovato posto all'Osteria Ardenga, in un paese piccolissimo, Diolo di Soragna, che non conta nemmeno 200 residenti, ma ha una straordinaria chiesa in stile gotico dedicata a Santa Caterina, che è un unicum nella bassa parmense e ci siamo fermati ad ammirarla e fotografarla. Sito: http://www.osteriardenga.it/


Torre sede del Museo Centro del Boscaccio
La torre accanto all'Osteria, ospita il Museo centro del Boscaccio Giovanni Guareschi: la piccola torre campanaria di Diolo è posta a breve distanza dal “podere Bosco”, dove vivevano i nonni paterni dello scrittore, ed è ricordata da Guareschi nel suo primo racconto tratto da “Don Camillo e il suo gregge” edito nel 1953. All’interno del campanile, frammento superstite dell’antica chiesa parrocchiale di Diolo, si possono trovare testimonianze, scritti ed oggetti capaci di raccontare al visitatore il mondo, la tradizione e la vita del giornalista e scrittore Guareschi. 

"Non mi sono mai pentito di aver fatto domani quello che avrei potuto fare ieri o un mese prima. Spesso mi rattristo rileggendo le cose che ho fatto: ma in fondo non me ne cruccio mai soverchiamente perché posso dire, in piena coscienza, che mi sono sempre arrabattato per non farle. Sempre mi sono sforzato di rimandarle al domani". (Dalla prefazione di Don Camillo e il suo gregge, Rizzoli, 1953)

La chiesa di Santa Caterina a Diolo





Purtroppo è chiusa!