"TRA PALAGI E TORRI E MOLI SACRE, CON GRANDI OMBRE RESPIRANTI UNA STORIA DI MAGNIFICENZA, DI GENTILEZZA, DI LUSSURIA..."
(Gabriele d'Annunzio)
Siamo stati due giorni a Mantova (una notte), per visitare una delle città più ricche di capolavori di Storia dell'Arte d'Italia. Città che ha accolto artisti di fama come Andrea Mantegna, Giulio Romano, Leon Battista Alberti e anche il nostro Correggio. Prima tappa, il centro, non lontano dal B&B che abbiamo scelto come base, la Residenza Stoà tramite Booking dove ci siamo trovati bene, ottima la posizione, modico il prezzo e super comodo il parcheggio gratuito interno. Unica osservazione: rinnoverei un po' lo style dell'appartamentino per renderlo più gioioso e accogliente!
ROTONDA DI SAN LORENZO - PIAZZA DELLE ERBE
La Rotonda di San Lorenzo è la chiesa più antica di Mantova. Costruita ad immagine della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme è a pianta centrale con un matroneo in alto. La data della costruzione è incerta: 1050-1151.
L’interno è a navata unica, con la parte centrale preceduta da un deambulatorio con otto colonne. La chiesa era completamente affrescata ma le vicissitudini che ha attraversato durante i secoli hanno lasciato solo resti di affreschi, tra cui un “San Lorenzo sulla graticola“. Usata come magazzino e poi cortile, fu riconsacrata nel 1926 e riportata all’antico splendore demolendo le case che ne ostruivano la vista.
Nel 1579 la Rotonda che si trovava nel centro del mercato e a ridosso del quartiere ebraico, fu chiusa al culto per ordine del Duca Guglielmo Gonzaga e ciò causò la demolizione della cupola. E' interamente costruita in LATERIZIO, materiale tipico dell'architettura romanico-lombarda. Gli affreschi sono di un artista del'XI secolo influenzato dalla pittura bizantina. La pianta circolare ricorda: Santa Costanza a Roma, Santo Stefano a Bologna, San Vitale a Ravenna (vedi blog nostra gita), Duomo Vecchio di Brescia e San Tome'Almenno San Bartolomeo Bergamo.
San Lorenzo, raffigurato con la graticola e vestito con la Dalmatica, fu martirizzato nel 257 e incontrò il Papa mentre andava a supplizio, famosa la sua frase "Ecco i tesori della Chiesa" riferendosi a malati, storpi ed emarginati.
TORRE DELL'OROLOGIO
L'OROLOGIO ASTROLOGICO di Bartolomeo Manfredi, astrologo di Ludovico II Gonzaga, è del 1473 e funziona con un prodigioso meccanismo che rivela le ore, in quale segno si trova il sole, in quale la luna, i punti cardinali, le ore dei Pianeti, dei Mantovani, degli astrologi, la durata del giorno e della notte...
In Piazza delle Erbe ogni giovedì c'è mercato (e noi siamo arrivati prprio giovedì!) e brulica di gente. Di fianco alla Rotonda sorge il PALAZZO DELLA RAGIONE un edificio medievale con la facciata dominata dai merli ghibellini. Su uno dei lati della piazza, CASA BONIFORTE DA CONCOREZZO, un mercante stabilitosi a Mantova nel 1455 dopo molti viaggi in oriente. Stile gotico veneziano.
Forse lo sanno in pochi ma Mantova è una città costruita intorno a tre laghi alimentati dal fiume Mincio. Questo la rende una vera città d’acqua al centro della Pianura Padana, con un panorama urbano straordinario, soprattutto se visto dal Ponte di San Giorgio. A luglio o agosto, quando sul Lago Superiore fioriscono migliaia di fiori di loto, ma siamo a gennaio, quindi per ammirare questo fenomeno dovremo tornarci.
Compatta e incantevole, Mantova sembra quasi emergere dalle acque dei suoi 3 laghi (Superiore, di Mezzo e Inferiore). Della sua luminosa bellezza la città sarà sempre debitrice a Isabella d'Este che ebbe il merito di renderla centro culturale e artistico del suo e d'ogni tempo: arrivarono a Mantova scrittori, pittori, architetti, musicisti: da Ludovico Ariosto a Giulio Romano, da Mantegna a Leonardo...
PATRIMONIO DELL'UMANITA' INSIEME A SABBIONETA (vedi sotto) dal 2008.
Vedi qui la nostra gita a SABBIONETA
Mantova deve il suo nome all'indovina MANTO, figlia di Tiresia; VIRGILIO era di Mantova, fondata dagli ETRUSCHI. Dal 1115 Libero Comune. BONACOLSI poi GONZAGA.
TEATRO SCIENTIFICO DI BIBIENA:
Proprio dietro alla nostra casetta sorge uno dei gioielli di Mantova che fa coppia con il Teatro di Sabbioneta anch'esso meraviglioso. Il TEATRO di BIBIENA: La facciata è dI Giuseppe Piermarini, a noi noto per essere l'architetto del Teatro alla Scala di Milano.
Il progetto è del nostro concittadino parmense ANTONIO GALLI BIBIENA (1697-1743), formatosi a Bologna, su commissione del rettore dell'Accademia dei Timidi. Bibiena affrescò anche personalmente gli interni. Il Teatro è di una bellezza che lascia senza fiato:
La scena fissa è formata da una galleria a due ordini di serliane (arco sorretto da coppie di colonne) e il soffitto decorato a finto traforo è incorniciato da finta balaustrata. Nelle nicchie statue a grandezza naturale di Virgilio, Pomponazzo, Baldassarre Castiglioni (autore de Il Cortegiano) e Bertazzolo.
Il 16 grnnaio 1770 vi suonò Wolfgang Amadeus Mozart allora quasi quattordicenne e Leopold Mozart elogiò la bellezza del teatro in una lettera alla moglie del 26 gennaio 1770.
BASILICA DI SANT'ANDREA di Leon Battista Alberti
Il progetto è del nostro concittadino parmense ANTONIO GALLI BIBIENA (1697-1743), formatosi a Bologna, su commissione del rettore dell'Accademia dei Timidi. Bibiena affrescò anche personalmente gli interni. Il Teatro è di una bellezza che lascia senza fiato:
La scena fissa è formata da una galleria a due ordini di serliane (arco sorretto da coppie di colonne) e il soffitto decorato a finto traforo è incorniciato da finta balaustrata. Nelle nicchie statue a grandezza naturale di Virgilio, Pomponazzo, Baldassarre Castiglioni (autore de Il Cortegiano) e Bertazzolo.
Il 16 grnnaio 1770 vi suonò Wolfgang Amadeus Mozart allora quasi quattordicenne e Leopold Mozart elogiò la bellezza del teatro in una lettera alla moglie del 26 gennaio 1770.
BASILICA DI SANT'ANDREA di Leon Battista Alberti
Ma proseguiamo la visita, dietro a Piazza delle Erbe sorge Piazza Mantegna, con l'imponente Arco di Trionfo della
Arco trionfale di stampo romano antico.
Campanile gotico della Chiesa romanica precedente.
Tempio imponente interno, nella cripta Reliquia Terriccio intriso del sangue di Cristo crocifisso!
2 calici d'oro trafugati ora sostituiti. Longino, il centurione romano che gli trafisse il costato, raccolse ai piedi della Croce. La cripta conserva, con un sofisticato meccanismo a 12 chiavi, le reliquie che vengono tirate fuori solo il venerdì santo.
La cupola è di Filippo Juvarra.
All'interno, la chiesa a navata unica, colpisce per la grandiosità e pe il fatto che riprende il Tema dell'Arco di Trionfo dell'esterno. Molte sono le cappelle laterali, con decorazioni di pregio.
Su disegno di Giulio Romano: il ritrovamento del prezioso sangue di cristo (particolare) e il Martirio di San Sebastiano
Nella prima Cappella a sinistra entrando, la Tomba del Mantegna con due suoi affreschi, il Battesimo di Cristo e la Sacra Famiglia e famiglia del Battista e la cupola del Correggio. Peccato che era buia e non funzionava la macchinetta a 1 euro per far luce. Occorrerebbe un po' più di attenzione perchè si tratta della cappella più importante di questa chiesa!
La cupola è di Filippo Juvarra.
All'interno, la chiesa a navata unica, colpisce per la grandiosità e pe il fatto che riprende il Tema dell'Arco di Trionfo dell'esterno. Molte sono le cappelle laterali, con decorazioni di pregio.
Su disegno di Giulio Romano: il ritrovamento del prezioso sangue di cristo (particolare) e il Martirio di San Sebastiano
PIAZZA SORDELLO E DUOMO
La piazza più grande ed importante di Mantova è dedicata al poeta trovatore Sordello ma per secoli si è chiamata Piazza San Pietro. Piccolo gioiello di armonia, Piazza Sordello è il luogo dove Mantova è stata fondata e in cui la bellezza della città lombarda trova la sua sintesi migliore.
Il Duomo è la chiesa più importante della città, anche se non bella quanto la vicina Sant’Andrea. All’interno sono seppelliti i più importanti membri della famiglia Gonzaga. Le volte delle due navate laterali sono di Giulio Romano.
Accanto al Duomo c’è la Torre che si trova in fondo alla piazza, mentre da sinistra si susseguono il Palazzo Vescovile, Palazzo degli Uberti col suggestivo vicolo Bonacolsi, Palazzo Castiglioni
e il Palazzo Acerbi con la Torre della Gabbia. Dall’altro lato della piazza si stagliano le suggestive sagome del Palazzo del Capitano e della Magna Domus, nucleo originari del Palazzo Ducale.
PALAZZO DUCALE
Una vera Reggia, come Parigi, Caserta, Vienna... risultato della fusione cinquecentesca di più edifici disposti tra il Lago Inferiore e Piazza Sordello. Il nucleo originario sono il Palazzo del Capitano e la Magna Domus edificati dalla famiglia Bonacolsi.
Con l’arrivo dei Gonzaga questi edifici si integrarono con nuove costruzioni, fino a formare la Corte Vecchia.
SALA DEL PISANELLO: IV decennio del 1400.
Qui, tra cortili, giardini, stanze, è da non perdere il ciclo di affreschi che il Pisanello dipinse per volere di Gianfrancesco Gonzaga.
SALA DEL PISANELLO: IV decennio del 1400.
Qui, tra cortili, giardini, stanze, è da non perdere il ciclo di affreschi che il Pisanello dipinse per volere di Gianfrancesco Gonzaga.
Sala del Pisanello,
con l'affresco che illustra il Lancelot, romanzo bretone che narra le
gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
SALA DEGLI ARCIERI
Ancora visibile, per fortuna, la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità di Rubens.
La scena è ambientata en plein air su un loggiato definito, sui lati, da due file di colonne tortili riccamente istoriate e da una balaustra di prospetto. Al centro del loggiato vi sono a sinistra Vincenzo Gonzaga e dietro di lui suo padre Guglielmo Gonzaga; a destra, in primo piano, c'è la moglie di Vincenzo Eleonora de' Medici e dietro costei la madre dello stesso duca regnante Eleonora d'Austria. Tanto Guglielmo Gonzaga che sua moglie Eleonora d'Asburgo erano già morti al momento di esecuzione del dipinto. L'intero gruppo familiare è inginocchiato in preghiera mentre nel registro alto vi è l'apparizione ultraterrena.
La celebre pala del fiammingo Pieter Paul Rubens "La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità” e l’enorme lunetta con la "Moltiplicazione dei pani e dei pesci" di Domenico Fetti, entrambe collocate nella grandiosa sala degli Arcieri. Le sale degli Arazzi, con i nove preziosi arazzi cinquecenteschi che, realizzati su disegni di Raffaello Sanzio per la Cappella Sistina, illustrano altrettante storie tratte dagli Atti degli Apostoli. Lo studiolo e la Grotta di Isabella d'Este, istoriati con le imprese e i motti cari alla marchesa di Ferrara.
SALA DEGLI ARCIERI
Ancora visibile, per fortuna, la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità di Rubens.
La scena è ambientata en plein air su un loggiato definito, sui lati, da due file di colonne tortili riccamente istoriate e da una balaustra di prospetto. Al centro del loggiato vi sono a sinistra Vincenzo Gonzaga e dietro di lui suo padre Guglielmo Gonzaga; a destra, in primo piano, c'è la moglie di Vincenzo Eleonora de' Medici e dietro costei la madre dello stesso duca regnante Eleonora d'Austria. Tanto Guglielmo Gonzaga che sua moglie Eleonora d'Asburgo erano già morti al momento di esecuzione del dipinto. L'intero gruppo familiare è inginocchiato in preghiera mentre nel registro alto vi è l'apparizione ultraterrena.
La celebre pala del fiammingo Pieter Paul Rubens "La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità” e l’enorme lunetta con la "Moltiplicazione dei pani e dei pesci" di Domenico Fetti, entrambe collocate nella grandiosa sala degli Arcieri. Le sale degli Arazzi, con i nove preziosi arazzi cinquecenteschi che, realizzati su disegni di Raffaello Sanzio per la Cappella Sistina, illustrano altrettante storie tratte dagli Atti degli Apostoli. Lo studiolo e la Grotta di Isabella d'Este, istoriati con le imprese e i motti cari alla marchesa di Ferrara.
GALLERIA DEGLI SPECCHI:
Sala dei Fiumi dove, dipinti sulle pareti con sembianze di giganti da GIORGIO ANSELMI, sono rappresentati i fiumi del territorio mantovano.
APPARTAMENTO DEGLI ARAZZI
Eseguiti su cartoni di RAFFAELLO:
CASTELLO DI SAN GIORGIO - CAMERA DEGLI SPOSI
Nel 500 si aggiunge alla Corte Vecchia il Castello di San Giorgio dove si trova la celebre Camera degli Sposi di Mantegna, la più importante opera d’arte di Mantova: è la camera picta o Camera degli Sposi dipinta dal Mantegna dal 1465 (vedi parete) al 1474 (su lapide celebrativa ingresso sala). Grazie ad un’abile divisione degli spazi e all’uso eccezionale della prospettiva, Mantegna riesce a trasformare le pareti in uno spazio in cui entrano in scena i personaggi della Famiglia Gonzaga.
Nella prima parete (“della corte”), sono ritratti tutti i componenti della famiglia Gonzaga: il marchese Ludovico II e la moglie Barbara di Brandeburgo sono circondati dai figli e dai familiari. Ludovico, girato verso il segretario Raimondo dei Lupi, riceve una lettera, Ludovico apprende che Francesco Sforza, signore di Milano per il quale prestava servizio come comandante dell'esercito, è gravemente ammalato. La piccola Paola porge una mela alla madre. Da notare il cane Rubino e la nana che guarda verso lo spettatore. La seconda scena (detta “dell’incontro”) è la celebrazione della linea dinastica: qui Ludovico II Gonzaga si trova al cospetto del figlio Francesco, nominato cardinale, che tiene per mano il fratello Ludovico che, a sua volta, dà la mano al nipote Sigismondo. Sullo sfondo c’è Roma Una curiosità: sono presenti tre firme di Mantegna. La prima sopra la porta, in una targa tenuta da putti alati, la seconda proprio accanto, sul pilastro, dove l’artista si raffigura come una sorta di fiore. La terza, nelle nuvole a sinistra nella volta. Alla prodigiosa galleria di ritratti si aggiungono i numerosi riferimenti all'antico: anzitutto nei miti di Ercole (lati sud e ovest), Arione (est) e Orfeo (nord) nelle lunette della volta e nei busti dei dodici imperatori sulle vele della stessa.
Gli affreschi sono realizzati sia a fresco sia a secco. Effetto realtà/finzione, sembra di essere in un loggiato.
NELLA STANZA NON SI PUO' SOSTARE A LUNGO PER NON FAVORIRE L'UMIDITA'
da martedì a domenica: 8.15 – 19.15
Mai lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre
Mai lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre
15 euro on line (gratis bambini)
CONSIGLIATISSIMO PER EVITARE CODE!! Per prenotare: Biglietti on line
L'autoritratto nascosto del Mantegna:
Andrea Mantegna spiegato da P. Daverio (ma audio è difettoso...), qui meglio: Daverio a Mantova
CASA DI RIGOLETTO
Scena Finale Rigoletto
Scena Finale Rigoletto 2
A concludere la nostra prima giornata a Mantova, il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI MANTOVA, una piacevole scoperta (era compreso nel biglietto di Palazzo Ducale. Allestito benissimo e ricchissimo di reperti dal Neolitico al Mesolitico, all'epoca Etrusca per passare dai Celti, Longobardi e poi, ricchissima, la parte della Mantova Romana con architetture, strade, capitelli e oggetti della vita quotidiana. Sito del Museo
Interessante Mostra di Neo archeologia... che non sapevo nemmeno esistesse: realizzazioni moderne di finti reperti archeologici!
Scena Finale Rigoletto 2
A concludere la nostra prima giornata a Mantova, il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI MANTOVA, una piacevole scoperta (era compreso nel biglietto di Palazzo Ducale. Allestito benissimo e ricchissimo di reperti dal Neolitico al Mesolitico, all'epoca Etrusca per passare dai Celti, Longobardi e poi, ricchissima, la parte della Mantova Romana con architetture, strade, capitelli e oggetti della vita quotidiana. Sito del Museo
Interessante Mostra di Neo archeologia... che non sapevo nemmeno esistesse: realizzazioni moderne di finti reperti archeologici!
Fu rappresentata nel 1607 a Mantova l'Orfeo di Monteverdi: nasce l'Opera Lirica! Primo esempio di opera in musica apparso a Mantova, L’Orfeo deve la sua nascita a un’iniziativa del principe ereditario Francesco Gonzaga. La realizzazione di quel progetto teatrale venne affidata all’Accademia degli Invaghiti, un sodalizio fondato a Mantova un cinquantennio prima sotto il patrocinio della dinastia regnante. Era Invaghito (col nome accademico di Ritenuto) il conte Striggio, che provvide a stendere il testo letterario, dato poi da intonare al maestro della musica ducale, Monteverdi. La recita non avvenne nel teatro di corte, ma in una sala non molto grande della residenza gonzaghesca, allestita per l’occasione: alla ‘prima’ del 24 febbraio seguì una replica, il 1º marzo 1607.
Da Mantova al Veneto si stendono chilometri di risaie in cui si coltiva il celebre “Vialone Nano”, che trova la sua espressione più elevata nel “Risotto alla pilota“, condito con salamella di maiale. Non perdete i Tortelli di zucca! Il dolce per eccellenza è la sbrisolona, torta delicata (nel senso che si spappola sulla forchetta) a base di mandorle. Ma anche la Torta delle Rose merita un assaggio. E poi... Cotechino e Salame mantovano.
Volevamo pranzare all'Osteria Quattro Tette, ma alle 12.40 c'era già più di mezzora di attesa... e ci hanno mandato via! Non è facile mangiare a Mantova, c'era davvero tantissima gente ovunque. Alla fine abbiamo ripiegato su un panino al Cotechino alla Forneria delle erbe, dove sono velocissimi e vendono tutte le specialità di Mantova... certo, dovete adattarvi a pranzare al freddo perchè non si può stare dentro al locale che è una semplice panetteria anche piuttosto piccola!
Volevamo pranzare all'Osteria Quattro Tette, ma alle 12.40 c'era già più di mezzora di attesa... e ci hanno mandato via! Non è facile mangiare a Mantova, c'era davvero tantissima gente ovunque. Alla fine abbiamo ripiegato su un panino al Cotechino alla Forneria delle erbe, dove sono velocissimi e vendono tutte le specialità di Mantova... certo, dovete adattarvi a pranzare al freddo perchè non si può stare dentro al locale che è una semplice panetteria anche piuttosto piccola!
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