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Giacomo all'esterno del Museo col Ciclista di corda |
Biglietto: euro 7, ridotto euro 5, bimbi gratis.
SABATO
Partenza visite guidate ore 15.00, ore 16.15, ore 17.30
(le visite sono sempre e solo guidate. La prenotazione non è richiesta)
DOMENICHE E GIORNI FESTIVI
Partenza visite guidate ogni 30 minuti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
(le viste sono sempre e solo guidate. La prenotazione non è richiesta)
TEL 0521/333601
info@museoguatelli.it
Per attività didattica: http://www.museoguatelli.it/didattica/
Via Nazionale 130 Ozzano Taro di collecchio Parma
http://www.museoguatelli.it/
Un
pomeriggio diverso per chi abita a Parma e dintorni. Una gita da
programmare per chi viene da più lontano. una visita che merita, per
tutti, dai 3 ai 100 anni, per chi certi oggetti non li ha mai visti e
mai li vedrà, per chi li ha vissuti nell'infanzia, per chi ne ha visti
solo alcuni.
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Composizione di ruote nella cornice di un carro |
Ettore
Guatelli, maestro di scuola elementare nato a Collecchio nel 1921 e
morto a Ozzano nel 2000, ha cominciato negli anni del secondo dopoguerra
a raccogliere antichi oggetti che stavano sparendo dalla circolazione e
che quindi la gente buttava via. La raccolta si è fatta via via più
consistente fino a raggiungere e superare i 60.000 pezzi.
Ma
cosa? Di tutto, davvero di tutto. Prevalentemente oggetti di lavoro e
di vita quotidiana delle famiglie contadine, ma anche giocattoli, tappi,
vasi di vetro, scatole di latta, etichette, insegne, strumenti
musicali, costumi teatrali... il tutto magnificamente posizionato in
modo da diventare un'opera d'arte. Non si sa se sia più interessante
l'oggetto in sè o il suo diventare opera d'arte inserito nella figura
che va a creare sul muro, su una porta, su uno scaffale, appeso al
soffitto, insieme agli altri oggetti della stessa specie.
Tutti
gli oggetti sono raggruppati per genere. Guidati dalla bravissima,
simpatica, esperta e poliglotta Elena, abbiamo fatto uno splendido
viaggio in questa casa museo della follia organizzata. Ma una follia
sapiente, perchè il signor Ettore ha raccolto tutto ciò:
"
... PER AMORE DI QUELLE COSE CHE TESTIMONIANO DI RADICI E DI UNA
CIVILTA' CHE SONO SEMPRE STATE TROPPO TRASCURATE DALLA CULTURA
UFFICIALE; PER DIMOSTRARE CHE, PER QUANTO I MEZZI FOSSERO LIMITATI,
L'INGEGNO UMANO POTEVA COMUNQUE ESSERE ESERCITATO. IN UNA FRASE SOLA,
PER FARE UN MONUMENTO ALLA MIA GENTE, PER CONSENTIRE DI TROVARSI E DI
SENTIRSI DEGNA DI ESSERE TESTIMONIATA CONCRETAMENTE" (ETTORE GUATELLI)
Ogni stanza è letteralmente ricoperta di oggetti, posizionati con cura in modo da creare insiemi logici per utilizzo e artistici per forma.
La sensazione che più di tutte si prova è STUPORE. Stupore innanzi tutto per il colpo d'occhio, davvero notevole. Poi per i dettagli dei singoli oggetti, che Elena ci ha fatto scoprire nella loro semplicità: oggetti costruiti PER BISOGNO, con INGEGNO e con pochi e poveri materiali, principalmente legno e ferro.
Poi
restiamo sconcertati dal senso di accumulo, noi che viviamo nell'epoca
che tende a eliminare il superfluo, ma anche a volte il necessario (come
i libri o gli oggetti che hanno un valore affettivo) perchè trionfa la
filosofia del "decluttering" e l'architettura degli spazi vuoti,
bianchi, impersonali. Qui è l'esatto opposto. C'è odore di antico, di
muffa, di campagna, di umido, di polvere, di ferro, di legno, di
vissuto. E ci si sente paradossalmente vivi in questo ammasso di oggetti
"morti".
Altra
sensazione è lo sconforto nel percepire il sorriso di un bambino che
giocava con pupazzetti di fantasia, costruiti con legnetti e noccioline,
pezzi di ossa, pigne, stuzzicadenti, scatole di sardine... noi che
siamo cresciuti con l'avvento della plastica, con i giochi "sicuri"
senza piccole parti che il bambino può ingerire, magari anche
sterilizzati... É capitato che abbiamo costruito giochi o
personaggi in questo modo, ma era il gioco di creare. Il gioco di
provare a riutilizzare la fantasia che i bambini di oggi si vedono
derubata dai videogiochi. Qui era la realtà. Una realtà di povertà e di
cose semplici, del sapersi e doversi accontentare. Vedi Personaggi di Legno Barbiere di Siviglia
Poi
ci prende la malinconia, per un mondo davvero finito, che la nostra
generazione è l'ultima ad avere sfiorato, perchè era il mondo dei nostri
nonni, ma che i nostri figli non sapranno mai come fosse. Quanto era
più dolce, forse più difficile per molti versi, ma certamente più
genuino, vero, leale, profondo, ricco di emozioni ora dimenticate.
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Mulini |
Ettore Guatelli
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Un coro di castagne |
"Queste stanze sono il “Padiglione Italia” per eccellenza, luoghi dove sí
manifesta la fantasia del creatore, una sorta di ready made che non è
legato a un singolo oggetto, bensì a una moltiplicazione barocca, a una
ripetizione, a una riproduzione: cento scatole da scarpe, bottiglie,
tappi di bottiglie, tappi a corona, sugheri disposti in un allestimento
che punta sulla quantità e sull’accostamento, sulla sovrapposizione,
sull’esuberanza. Chiunque entri in questo museo ne esce sconvolto per la
capacità di Guatelli di dar vita a cose morte, inutili, da gettare. Ed è
un vero e proprio museo, un luogo eminentissimo della sensibilità
contemporanea, nella sua libertà e anche nella capacità di ridestinare
ciò che è stato usato a una nuova condizione, quella della
contemplazione estetica."
Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
"Io lo considero uno dei musei più straordinari dell’Italia, innanzitutto per la ricchezza dei reperti, e degli oggetti, e in secondo luogo anche per il modo con cui è allestito, modo che mm dimostra un grandissimo gusto, una grande sensibilità e una grande intelligenza."
Federico Zeri
"Poi la sua passione fu per le storie della gente […] per le diversità
delle storie, per l’umiltà e la semplicità dismessa, per i saperi e
l’inventiva grande di gente che non aveva lasciato memoria, per gli
oggetti minimi, riusati, rattoppati, fu animato da tanta passione da
venir definito un suor Teresa delle cose, e così che il museo che infine
fece fu considerato un Louvre contadino, una cattedrale gotica su una
civiltà inabissata."
Pietro Clemente
"Scenografie frutto della fantasia di una persona semplice come Ettore
che ha saputo dare un nuovo senso alle cose che continuano a vivere nel
suo museo."Pietro Clemente
Costa Gravas
"Si è radunata una grande folla per onorare questo genio italiano, inventore di una Divina Commedia degli oggetti di lavoro, degli scarti, delle scarpe rotte di quei contadini che hanno lavorato la terra. Raccattando un po’ da tutti i suoi confini, Guatelli ha inventato questo Museo che stringe il cuore."
Giorgio Soavi
L'ultima
stanza del museo, prima di accedere alla vera e propria casa dove visse
ettore Guatelli, che sembra anch'essa un museo, commuove per le storie
di povertà che racchiude, dagli spettacoli itineranti, di strada, con
scimmiette e orsi ammaestrati, che sono terminati solo 100 anni fa, con
la II guerra, allo scarpone rammendato più volte, simbolo del museo.
Nella casa di Ettore: la porta della stanza della sorella, la religiosa di famiglia, adornata con oggetti religiosi.
La stanza delle latte, in cui ritroviamo anche qualche scatola che ancora esiste, come quella dei KRUMIRI o dei BAICOLI, e tiriamo un sospiro di sollievo: ancora non è un mondo totalmente scomparso.
La stanza da letto dell'ultimo piano è quella degli orologi, che segnano il tempo che passa, inesorabile... e cancella. Ma non qui, al Museo Guatelli, dove tutto resta sospeso... e appeso.
VISITA CONSIGLIATISSIMA A TUTTI
Nella sala d'accoglienza, ritroviamo una storia a noi vicina, noi che siamo legati a Cortina d'Ampezzo:
Cortina/Varsavia (La storia di Boris)
Sono 15.000 i kilometri percorsi nei 10 anni della sua peregrinazione per l’Europa. E’ la storia di Boris, raccolta nel 1949 da Ettore, nel sanatorio di Cortina d’Ampezzo. Boris racconterà la sua vicenda iniziata dalla fuga, dal ghetto di Varsavia. Ora la storia di Boris è una pubblicazione del museo e una installazione permanente.
LA NOSTRA CURIOSITA':
IL VIDEO DI UN GIOCATTOLO:
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