Post più popolari

martedì 7 giugno 2016

LESIGNANO DE' BAGNI (PR): gita tra i Calanchi

Foto di gruppo con Calanchi
I Calanchi sono una ricchezza paesaggistica e naturale del parmense. Si tratta di una forma molto particolare di erosione formatasi per l'erodibilità facile delle rocce argillose di queste zone, tenere e impermeabili. La pioggia, non assorbita, scorre su queste superfici come su teli in plastica. Si creano così una fitta rete di solchi e creste dall'aspetto singolare. In queste zone non si ricrea vegetazione ed è per questo che saltano all'occhio. 


Portare i bambini tra i Calanchi è stata una bella idea per festeggiare la fine dell'anno scolastico, grazie alla Maestra Maria, della V A della Jacopo Sanvitale di Parma. Alla classe, si sono unite le famiglie con fratelli minori e genitori. Una bella compagnia, all'aria aperta tutta la giornata fino a sera!



A seguito delle riforme agrarie degli anni '50, in Italia, molte aree marginali agli apparati calanchivi sono state rimodellate e concimate, per essere utilizzate in ambito agricolo. Le dirette conseguenze sono state una forte riduzione della biodiversità ed un altrettanto preoccupante impoverimento dell'eredità culturale locale.




La scomparsa, più o meno graduale, delle aree dei calanchi, è una seria minaccia al patrimonio paesaggistico e culturale in Italia; un lungo processo di trasformazioni sta portando al livellamento ed alla omogeneizzazione del paesaggio. Da qui l'esigenza di cercare nuovi approcci alla gestione del patrimonio naturale, che portino ad uno sviluppo più sostenibile e rispettoso delle peculiarità fisiche, morfologiche ed ecologiche, al fine di preservare la ricchezza e la biodiversità di zone governate da equilibri particolarmente fragili.


Questi dolci calanchi si alternano a macchie di acacie, querce, carpini, salici e tanto altro, in questo periodo dell'anno si assiste alla fioritura della rosa canina e della ginestra, in cielo si osservano spesso rapaci come la poiana e uccelli migratori come l’upupa e il gruccione, tra gli alberi si odono i canti dei fringuelli, dei merli e il tamburellare dei picchi. 


I Barboj (PICCOLI VULCANELLI BORBOTTANTI) eruttano gas, argille a acqua, diffondendo nell'aria il classico odore di fanghi salmastri, in tempi non tanto remoti si estraeva ancora il sale. Sarà sicuramente meta di un nostro prossimo viaggio! Questa volta non li abbiamo visti. 












mercoledì 1 giugno 2016

COLLECCHIO (PR): Parco del Taro

All'ingresso del Parco
Non occorre andare molto lontano per trovare un luogo dove fare una breve camminata a piedi o una biciclettata nella natura se abitate a Parma. Se siete più lontani, vale comunque la pena di organizzare una gita con pic nic in questo Parco Fluviale Regionale intorno al Fiume Taro, che scorre vicino a Parma.  Sito del Parco (Tel. 0521/802688)

Le strutture d'accoglienza a ingresso parco
Le strutture informative e di accoglienza non sono tra le più attive, spesso si trova chiuso. Meglio informarsi prima sul percorso che si intende fare. Area protetta di grande importanza come rotta di migrazione e sito di nidificazione di diverse specie di uccelli, rappresenta un luogo ideale per il turismo verde. A pochi chilometri dal centro di Parma, è l'ambiente perfetto per escursioni facili, percorsi di cicloturismo e mountain bike, per il birdwatching e per la vicinanza con altri luoghi di interesse storico e paesaggistico: il Museo Ettore Guatelli e il Parco Boschi di Carrega


Il Centro Visite si trova negli edifici della Corte di Giarola, una corte rurale medievale (VIII-IX sec) dotata di chiesa interna, dove si trovano anche il Museo del Pomodoro e il Museo della Pasta. https://www.museidelcibo.it/i-musei-del-cibo/perche-i-musei/


Lasciamo Musei e Corte per un'altra gita. Oggi abbiamo fatto solo un giro nel parco, per immergerci nella natura un po' selvaggia di questo percorso, adattissimo ai bambini di tutte le età e ai runners in cerca di terreni diversi dall'asfalto e di aria pulita. 


Gli angoli di bellezza sono molti, specialmente vicino all'acqua, che è abbondante se vi recate qui non in piena estate quando tutto si secca per il caldo che colpisce questa zona ormai da anni. 


Il Parco comprende porzioni di territorio di cinque comuni: Parma, Collecchio, Fornovo di Taro, Medesano, Noceto. Questa zona dell'alveo del Taro si trova ai piedi degli Appennini. È qui che il letto del fiume si allarga e compaiono numerosi isolotti di sabbia e ghiaia. Le aree del parco possono essere suddivise in: greto fluviale, zone umide, fasce di bosco, aree cespugliate, coltivi e zone abitate. Nel complesso queste aree formano l'ecosistema del parco fluviale del Taro.


Sono state censite oltre 700 specie di flora comprendenti specie rare, per esempio la Myricaria Germanica, il Barbone adriatico, circa 260 specie di uccelli, tra le quali si segnalano il cormorano, il fagiano, la civetta, l'occhione, la sterna comune, la nitticora, e il succiacapre (il nome buffo si rifà a un'antica credenza per cui si ritiene che l'uccello succhi le mammelle degli animali al pascolo, causandone la cecità).
Tra i mammiferi vi è una florida popolazione di capriolo (e ne abbiamo visti due vicinissimi!!!), cinghiale e sono presenti la volpe, il tasso e.... attenzione! Anche il Lupo! Non mancano la lepre e la talpa. Importante anche l'ittiofauna, con presenza di specie tutelate dalle Direttive Europee come la lasca e il barbo.

Il Taro è un affluente di destra del Po. E' lungo 126 km e scorre interamente in provincia di Parma, anche se una piccola porzione del suo bacino idrografico appartiene alle Provincie di Genova e La Spezia (il piccolo Rio Chilinella, ad esempio, scorre interamente in territorio ligure). Nasce nell'Appennino Ligure. Ha un regime estremamente torrentizio con importanti variazioni a seconda della stagione.


Il ponte lungo la via Emilia in località Ponte Taro. Realizzato tra il 1816 e il 1819, rappresenta la prima delle grandi opere di ingegneria volute dal governo di Maria Luigia, duchessa di Parma e Piacenza. Ritenuto all'epoca della sua costruzione il ponte più lungo d'Europa.


Camminare lungo il sentiero che entra nella fitta vegetazione è anche un modo per sfuggire al caldo estivo.

Lungo il fiume ci sono tante zone dove sostare a prendere il sole, giocare con l'acqua e fare pic nic, anche su tavoli in legno e panche adibite all'uso dei viandanti.





E così anche noi ci siamo fermati a guardare il fiume, lontano dalla città che in realtà dista pochissimi km da qui!