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In Piazza del Duomo |
Era
da 20 anni che non facevo un giro nella "mia" Milano, la città dove
sono nata e cresciuta ma nella quale ho scelto di non fare crescere i
miei figli, preferendo ad essa Parma, con la sua dimensione più umana e
le sue tradizioni più vive.
La
prima scoperta che ho fatto è che per entrare in Duomo occorre il
biglietto. Da un lato ne sono felice, perchè per mantenere le bellezze
artistiche è giusto far pagare il turista. All'estero è così
dappertutto. Dall'altro mi è dispiaciuto non poter far vedere l'interno
del Duomo ai miei figli, perchè la coda era proibitiva...
Mi
è piaciuto, rivedere le mie strade, che percorrevo quotidianamente per
andare a scuola e in Università... Via Festa del Perdono, Via Larga...
Piazza Missori, dove viveva la mia cara nonna Jucci. Più o meno i luoghi
qui sono gli stessi, anche se i negozi e i locali sono completamente
cambiati.
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L'Università degli Studi |
Cara Università, ricordo le lezioni, le ore di studio
su Dante, Boccaccio, Petrarca, Manzoni, l'Eneide, Shakespeare,
Pirandello, Brecht, Molière, Gozzi... Estetica, Filologia Romanza,
Storia della Chiesa e dei movimenti ereticali, Storia moderna,
Letteratura, Arte... Lettere... una facoltà che non esiste più.
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Antonio all'interno dell'Università |
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Piazza Fontana |
Piazza Fontana, luogo famoso per la strage del 12 dicembre 1969, Torre Velasca, moderna allora, antica oggi.
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Torre Velasca |
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C.so vittorio Emanuele |
In Galleria praticamente è come essere sulla Rambla di Barcellona... impossibile camminare! Occorre farsi largo tra la folla.
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Galleria |
Curata,
sì, ma niente più negozi culturali, nemmeno Ricordi... solo moda e
qualche libreria perchè quelle non mancano mai, anche se la gente non
legge più. Milano si rivela, ad ogni passo, per quella che è diventata:
la città dell'apparire. Che nasconde quelle zone degradate ai margini,
ormai ghettizzate a quartieri stranieri, arabi, marocchini, cinesi,
indiani... Il resto in grande spolvero: luci e lustrini, high tech, slow
food (ma dove? che non 'è nemmeno un albero!), Eataly occupa il teatro
Smeraldo, Piazza Gae Aulenti riqualifica una zona popolare, il quartiere
Isola che sorge lì accanto... negozi, negozi, negozi... architetti con
grandi nomi firmano strutture avvenieristiche e presto arriverà un
parco, lì in mezzo, per dare ai milanesi l'illusione di avere anche la
natura, di bastare definitivamente a se stessi. Il bosco in casa, non la
casa nel bosco... l'onnipotenza dell'uomo.
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La cupola della Galleria illuminata a festa |
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Via Fiori Chiari |
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La Chiesa di San Marco |
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Liceo Parini |
La mia Scuola, medie e liceo. Un istituto "mitico" da
cui partì il '68 milanese con la Zanzara e tutto il movimento
studentesco.
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Giacomo verso San Simpliciano |
San
Simpliciano, il mio asilo dalla suore. Un asilo antico, con i
grembiulini arancioni, la merenda di pane e mela, pane e marmellata,
pane e cioccolata, tutti in cerchio sulle panche di legno... le
preghiere, le tartarughe nel chiostro, le regole da rispettare, le
lacrime di nostalgia. Non esiste più nemmeno quello.
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Interno di San Simpliciano |
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La Chiesa "doppia" Santa Maria Incoronata |
Una delle chiese più belle di Milano, che ormai
sparisce trovandosi alle porte del nuovo moderno quartiere che parte da
Piazza XXV Aprile...
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Interno di Santa Maria Incoronata |
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Porta Nuova |
Eataly occupa lo storico Teatro Smeraldo.
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L'ex Teatro Smeraldo diventato... Eataly |
La Milano da Bere... Corso Como, verso la nuova Piazza sopraelevata.
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Giacomo e Antonio in C.so Como |
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Il famoso e "trandy" Corso Como 10 |
Verso Piazza Gae Aulenti:
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Nuovo Skyline di Milano |
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Il gioco della voce |
Prima di entrare in piazza, ecco l’opera acustico-visiva di Alberto Garutti, composta da
23 tubi in metallo cromato che somigliano a dei grandi megafoni di
vecchi giradischi. Un’opera dedicata alle voci e ai suoni della città.
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Vista dal "buco" delle gallerie |
Piazza Gae Aulenti, vera e propria opera d’arte, di César Pelli: 3 fontane a sfioro sono
punteggiate di luci colorate e attraversate da vialetti che congiungono
le diverse parti della piazza, attorniata da due edifici in vetro e
dalla Torre Unicredit, che si innalza nel cielo di Milano per ben 105
metri creando uno specchio che ne riflette colori e luci.
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La Torre Unicredit |
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L'altra torre in vetro |
L' architetto Michele De Lucchi è l'autore
del seme che ospita eventi culturali: scheletro fatto interamente in
legno che ricopre un involucro di vetro.
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La struttura a "fagiolo" che ospita eventi culturali |
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Il Bosco verticale |
Il Bosco Verticale sono due condomini con annessi alberi sui terrazzini, insignito da una giuria internazionale del premio
International Highrise Award per essere l’edificio più bello e
innovativo del mondo. Il complesso del
Bosco Verticale, ideato da Stefano Boeri, è formato da due torri costruite con dei terrazzamenti
che ospitano ben ottocento alberi alti fra i 3 e i 9 metri, nonché
un’infinità di arbusti, tappezzamenti e altre piante, per un totale di
oltre 100 specie differenti. A quanto pare, se si prendessero tutti i
terrazzamenti e li si mettesse uno a fianco all’altro, la superficie
totale occupata sarebbe di 20’000 metri quadri di bosco e sottobosco.
Dall'altro lato, verso Melchiorre Gioia, due moderni grattacieli neri con balconate a vetro opaco: sono la Torre
Solaria e la Torre Aria e ospitano le residenze più in di Milano.
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Torre Solaria e Torre Aria |
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Il futuro nuovo Parco |
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La casa "disegnata a mosaico" |
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La linea 5 |
Bello
vero? Sì... una bella illusione. Un mondo dei sogni in cui sembra tutto
nuovo, tecnologico ecologico... il bosco, il parco, Eataly e lo Slow
food district... gente che fa jogging a tutte le ore, nuovi locali dove
si mangia vegan, gluten free, km 0 (a Milano???). E tra poco anche il
vostro gatto potrà mangiare gluten free. No grazie. Ci faccio un giro,
volentieri, e rimango anche incantata da tutta questa modernità. Ma poi
io sì vado a comprare quello che mangio dal contadino, nelle botteghe
che ancora ci sono nella provincia. Io sì mangio il pane "fatto in casa"
e la torta "della nonna". Il pollo ruspante e le uova una diversa
dall'altra, che a volte la confezione da 6 non si chiude... E spendo un
terzo. Perchè non pago il "marchio" Milano. Quando sei dentro, ti fai
divorare da quello che ti costruiscono intorno. Quando esci da lì, ti
accorgi che i valori di una volta non hanno un packeging... e un albero
che ti impedisce di mettere l'auto dritta nel parcheggio è la vera
felicità.